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San Michele posto ai piedi di
Capoliveri sotto la strada che conduce a Mola.
Si trova in una posizione
paesaggistica stupenda, con la visione del Piano di Mola e del Golfo di
Porto Azzurro.
La chiesa plebania di San Michele,
fu costruita durante il
dominio pisano, che si esercitò sull'Elba dal 1000 fino al 1380. La
Santa Sede, che aveva in possesso l'isola, la concesse alla città di
Pisa, come premio per aver liberato il mare Tirreno dalle scorrerie dei
pirati saraceni. A questo periodo risale la costruzione della pieve che
presenta un'inconfondibile stile romanico. |
La Pieve di San Michele, la si può
raggiungere per mezzo di una stradina, in discesa, posta al lato destro
della strada che congiunge Capoliveri a Mola. Si perviene ad un piccolo
recinto dell'antico cimitero di San Michele, fatto costruire nel
1855, a seguito di una pestilenza che colpì Capoliveri.
Si prosegue fino ad arrivare, nell'abside della pieve, unico suo
residuo.
Della facciata e delle mura perimetrali, restano solo le fondamenta.
La pieve, ad unica navata, fu costruita nella prima metà del 1100.
Sul finire del 1200 su tutto il territorio elbano esistevano quattro
parrocchie, dette pievi,
Portoferraio,
(Santo Stefano alle Trane)
Marciana (San Lorenzo in
Marciana), Campo
(San Giovanni in Campo) e
Capoliveri. La loro importanza era data dal fatto che solo le pievi
possedevano il fonte battesimale e da qui la loro preminenza sul piano
religioso. Inoltre erano normalmente erette fuori dalla cinta muraria
dei paesi o castelli, quasi a sottolineare, anche geograficamente,
l`indipendenza da chi dominava il castello.
Nel 1302 la pieve di San Michele possedeva il patrimonio più cospicuo di
tutte le chiese dell'isola. L'area in cui sorge, fu probabilmente
abitata sin dai tempi in cui Capoliveri (Caput Liberum) era romana.
Nel corso dei secoli e nel recente passato, la ricerca
archeologica sull'isola, ha segnalato il ritrovamento di monete romane
di bronzo e di argento sull'area in cui sorgeva la chiesa.
Secondo le misurazioni eseguite da Vincenzo Mellini, (archeologo) la lunghezza interna della
pieve, escluso l'abside, era di m. 14,80, la larghezza interna di m.
6,20. L'abside, citata con fotografia in alcuni testi di storia
dell'arte, è conosciuta dagli studiosi del cosiddetto stile pisano,
soprattutto per la caratteristica finestrella, che dona alla costruzione
un tono di peculiare originalità.
Il muro, come quello delle altre chiese romaniche elbane, è costruito
con pietra calcarea con sfumatura rosa, con pietre quadrate.
Un memorabile evento storico è legato a San Michele.
Il Papa Gregorio XI vi celebrò la messa nel novembre 1376, in occasione
della forzata sosta all'Elba, allorquando la sua imbarcazione,
proveniente da Avignone e diretta a Roma, incappò in un violento
fortunale, che la costrinse a ripararsi nelle coste elbane.
La tradizione orale di un papa che ha celebrato messa a Capoliveri, è
tuttora viva in paese; ne ciò deve destare meraviglia, dal momento che,
non essendo ancora costruito il forte spagnolo di Longone (1603), nè
essendo allora dotata l'attuale Porto Azzurro di valide strutture
portuali, San Michele era la sola chiesa della zona che si elevava
presso il porto di Capoliveri.
Tale porto, è
esistito sino al 1500, sul canale che congiungeva il golfo di Porto
Azzurro con il Golfo Stella, canale che Napoleone aveva progettato di riscavare e di cui oggi esistono tracce visibili nel Piano di Mola.
Nel 1544 Capoliveri fu saccheggiata dai pirati saraceni ed è pertanto
probabile che la pieve di San Michele subisse la medesima sorte.
Arrivata malconcia sino alle nostre generazioni S. Michele è stata
ristrutturata recentemente per continuare a tramandare la nostra storia
alle future generazioni. |
Curiosità: |
Nei recenti restauri fatti nel 2002
sono state trovate fondamenta antecedenti l'era pisana ed
una tomba al di fuori delle mura sul lato sinistro della pieve
che guarda verso Mola sepoltura forse di un eretico o un
pagano. |
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